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Stiamo parlando degli affondi frontali, esercizi che rientrano nella categoria delle attività a catena cinetica chiusa, in cui tutte le articolazioni si coordinano per spostare o controllare il peso del corpo (come appare naturalmente o caricato di pesi particolari).
L’esercizio prevede che il soggetto si ponga in posizione eretta, per poi divaricare gli arti inferiorei, così da portare i piedi ad una distanza corrispondente alla metà della sua altezza. In questa fase bisogna stare attenti a rispettare comunque il grado di mobilità articolare. Anche sul formte laterale i piedi dovranno naturalmente posizionarsi ad una distanza tale da favorire l’equilibrio.
Sul fronte dell’appoggio al suolo, il piede anteriore dovrà godere dell’appoggio totale, mentre il posteriore si appoggerà solo sulla parte davanti, con le falangi in estensione. In questa fase il busto dovrà mantenersi perfettamente eretto.
Le braccia a loro volta dovranno mantenere la loro posizione naturale lungo il corpo, a meno che non siano costrette a tenere un peso. A seconda del risultato che si vuole raggiungere esistono tre tipi di affondi: statici, dinamici e dinamici con salto.
Gli affondi statici vedono il soggetto mantenere una posizione isometrica secondo una serie di parametri prefissati; gli affondi dinamici, invece, prevedono delle ripetizioni di fasi alternate, così da spostare il peso del corpo, naturalmente secondo dei parametri prefissati.
Gli affondi dinamici con salto, infine, vengono effettuati nel pieno rispetto della biomeccanica di base, ma con una fase concentrica che si conclude con un salto.
I muscoli e le ossa coinvolti sono diversi, tra gli altri grande gluteo, piriforme, quadrato femorale, grande adduttore, quadricipite femorale, flessore lungo.fonte:/www.spaziodieta.com |
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